L’inverno sta arrivando, diceva quello. Ma prima dell’inverno arriva l’autunno, dico io. E con l’autunno, un’altra infornata di serietv che ci sentiremo costretti per qualche motivo a seguire. In attesa della prossima stagione, ho pensato di fare un piccolo resoconto di quella che va a concludersi.
Per rendere più interessante la solita lista di titoli, li ho messi in un ordine di preferenza del tutto personale. Vale a dire che è una classifica, ma tutt’altro che oggettiva. Altrimenti sai la noia.
Queste 20 serie mi piacciono. Quelle che non mi piacciono, non le metto. Se non ci sono le vostre preferite può darsi che le abbia iniziate e scartate (come The blacklist), iniziate e rimandate (come Looking) oppure le ho iniziate ma non ho ancora deciso se persistere (Matador, Extant, Resurrection).
Ora che siete andati a vedere chi c’è al primo posto (dai, vi ho visti) possiamo cominciare dal basso.
20. Believe (NBC)
Va bene, iniziare la classifica con una serie cancellata non è del tutto corretto (tanto più che non consiglierei a nessuno di recuperarla: sappiamo già che si conclude con un nulla di fatto e sarebbe fatica sprecata) ma ci tenevo a scrivere da qualche parte che Believe aveva tutte le carte per diventare una grande serie tv e invece è stata stroncata sul più bello. Di fatto non la considerava nessuno, eppure la serie di Alfonso Cuarón era riuscita a conquistarmi con il suo misto di fantascienza e misticismo (un approccio che molti di voi trovano respingente) nonostante facesse un po’ fatica a ingranare dopo un memorabile pilot diretto proprio da Cuarón. Ora non ci resta da sperare che la piccola Johnny Sequoyah (oh, si chiama così) diventi una star per qualche altra serie o film, perché la stoffa ce l’ha.
19. The lottery (Lifetime)
Nel futuro non nascono più bambini, punto. È la medesima premessa di Children of men, riadattata da Timothy J. Sexton (già sceneggiatore del film) in una serie di cui non si è accorto quasi nessuno, vista la collocazione su un canale come Lifetime che generalmente si occupa di tutt’altro. Ma la sfida del network al proprio target è stata affrontata con una certa serietà: il pilot è appassionante e ben realizzato, compensa i limiti di budget dipingendo un futuro inquietante ma piuttosto simile al nostro presente, e nonostante siano andati in onda solo tre episodi per ora regge bene, aggiungendo alla distopia un tipico plot da thriller cospirazionista. Il cast è curioso (c’è persino J. August Richards) ma il vantaggio competitivo della serie è la Marley Shelton di Planet terror, un’attrice che pure da sola è in grado di fare la differenza.
Seconda stagione: non è ancora stata confermata
18. Silicon Valley (HBO)
Qualche mese fa avevo scritto che la nuova comedy di Mike Judge per HBO sarebbe stata la più bella dell’anno. Sbagliavo, ma ciò non toglie che sia una serie da recuperare. Nata per aggiornare il discorso di Office space ai tempi delle start-up, Silicon Valley sembra quasi voler rappresentare una risposta più «alta» allo strapotere di The big bang theory, una sorta di rivincita dei nerd fatta da autentici nerd per riprendersi il maltolto. Come satira del sistema alla serie manca un po’ di mordente, ma cast e dialoghi sono ottimi. Per fortuna è stata rinnovata quindi avrà tutto il tempo per mantenere le promesse.
Seconda stagione: nella prima metà del 2015
17. The Strain (FX)
Guillermo Del Toro che realizza una serie horror tratta dal suo stesso fumetto? Sarebbe una notizia in grado di scuotere per i piedi il mondo della tv persino per un canale adulto e libero da condizionamenti come FX si è dimostrato in questi anni. La serie, in verità, dopo quattro episodi sta ancora cercando la sua identità, ma già si notano i primi miglioramenti – tra cui un approccio più diretto (e più «cafone») al genere. È palesemente anche una delle serie più facili da deridere e/o demolire, ma il problema è a monte: ci vuole poco (lo hanno già fatto tutti) a usare il titolo del suo quarto episodio (il migliore finora) come una grossa metafora al neon lampeggiante: «It’s not for everyone».
Seconda stagione: non è ancora stata confermata
Aggiornamento: la seconda stagione andrà in onda nel 2015
16. Married (FX)
Dopo il fato avverso di Mad love e Ben & Kate, gli adorabili Judy Greer e Nat Faxon (che è pure un Premio Oscar, non dimentichiamolo) si fanno forza a vicenda e tirano fuori una sitcom che è, come minimo, pari alla somma dei suoi fattori. I coniugi di Married stanno su FX e quindi possono permettersi di entrare un po’ più a fondo tra le pieghe più intime della vita matrimoniale, in più ci sono Jenny Slate e Brett Gelman finalmente in due ruoli lontani dalle solite macchiette. Per ora abbiamo visto solo tre episodi ma non c’è nulla che non funzioni e la strada sembra liscia e tutta libera. Incrociamo le dita per loro.
Seconda stagione: non è ancora stata confermata
15. Mom (CBS)
Dite quello che vi pare su Chuck Lorre, ma provate a negare che sappia come si fa la televisione. Ha quattro sitcom attualmente in onda, di cui una è la serie più vista in assoluto negli Usa (è The big bang theory, nel caso vi foste svegliati ora da un coma lungo sette anni). L’ultima è questa deliziosa bizzarria: una sitcom in multiple camera con due attrici vere e bravissime (Anna Faris e Allison Janney) in cui, a dispetto della rigidità del format, l’elemento drammatico prende all’improvviso il sopravvento. Sarà paracula quanto volete, e capisco che le «risate finte» ai tempi di Louie possano risultare irritanti, ma Mom è una delle serie più commoventi dell’anno, e usando un linguaggio tv elementare e superato riesce a parlare di alcolismo e abusi, di affetti e rimorsi, di perdono e di seconde occasioni.
Seconda stagione: dal 29 settembre 2014
14. Satisfaction (USA Network)
Non è l’unico azzardo di questa lista, ma potrebbe persino essere al ribasso. La programmazione su USA Network e un titolo logoro l’hanno tenuta nascosta dal giro che conta, ma Satisfaction vanta uno dei migliori attacchi della stagione. Il primo episodio inizia infatti nel modo più banale possibile (con l’improvvisa voglia di libertà di un bell’uomo di successo) per poi ribaltare a 180 gradi la prospettiva, e con essa tutte le aspettative sul protagonista e sulla sua famiglia, prendendo una strada molto larga per affrescare il disfacimento di un’istituzione borghese. Almeno, credo: dopo tre episodi non ho capito del tutto quale sia la storia che Satisfaction vuole raccontarmi, ma non vedo l’ora che me la racconti. Sono quasi certo che continuerà a stupirmi e a prendermi in contropiede.
Seconda stagione: non è ancora stata confermata
13. Trophy wife (ABC)
Ci risiamo: ha senso inserire in questa lista una sitcom che non andrà mai più in onda e che non ha visto quasi nessuno? Ha senso parlare di una serie che ha avuto a malapena il tempo di costruire i personaggi? Forse. In fondo Trophy wife, vittima della mannaia della Abc a poche ore di distanza da Suburgatory (che però aveva davvero davvero finito il fiato) è stata, per 22 episodi, una delle più piacevoli compagnie di questa stagione, ha intuito il talento comico di Malin Åkerman ed è stata la sitcom che meglio ha saputo sfruttare (superandola) l’ossessione della «famiglia allargata» lanciata da Modern Family, senza purtroppo replicarne il successo. Jackie, Warren, Diane. Uffa, mi mancano tutti un bel po’.
12. The leftovers (HBO)
La firma di Damon Lindelof ha gettato nella confusione gli spettatori polarizzando le opinioni su The leftovers ma come spesso accade sembra essere sfuggito un aspetto centrale di questa affascinante quanto inappagante serie della HBO: parla di una grande domanda a cui non ha alcuna intenzione di rispondere. Adulta e riflessiva, a tratti davvero deprimente, The leftovers è l’opposto dell’entertainment e più che cercare l’impatto (anche se a volte lo fa, come nella terribile sequenza della lapidazione) cerca più che altro di indagare le sacche di vuoto lasciate in un’umanità ferita: per forza di cose è una serie che richiede pazienza. Ma quando si distacca dalla complessa e flemmatica narrazione principale (e lo fa in due splendidi episodi, il 3° e il 6°, incentrati su altrettanti personaggi altrimenti secondari) (e lasciatemi dire: quanto è brava Carrie Coon?) diventa una delle serie più profonde e dolorose che si siano viste quest’anno. The leftovers è un’esperienza frustrante, forse, eppure sta già lasciando il segno.
Seconda stagione: non è ancora stata confermata
Aggiornamento: la seconda stagione andrà in onda nel 2015
11. Sleepy Hollow (Fox)
Azzeccare al volo la coppia di protagonisti di una serie non è facile, ma se ci riesci sei a metà dell’opera: l’intesa perfetta tra Tom Mison e Nicole Beharie è la chiave che ha permesso di rendere immediatamente appetibile una serie che nessuno voleva toccare nemmeno con le presine. Non è andato tutto dritto, per ora, a Sleepy Hollow: qualche sottotrama di troppo, qualche personaggio da smussare, tutti problemi che gli autori avevano già affrontato (e risolto) in Fringe – quindi si suppone che ora la strada sia tutta in discesa. Strano frullato di fantasy, crime e horror, seriosissimo nella costruzione della mitologia ma attraversato da un’autoironia e da una fiera consapevolezza della propria assurdità, Sleepy Hollow è un oggetto pop sciroccato e irresistibile. E stavolta Kurtzman e Orci hanno convinto anche il pubblico.
Seconda stagione: dal 22 settembre 2014
10. Faking it (Mtv)
Amy e Karma, migliori amiche da sempre, si fingono una coppia lesbica per diventare più popolari nel loro liceo. Ma al primo bacio «fasullo» di fronte ai compagni di scuola, una delle due scopre di essere veramente innamorata dell’altra. Questa la brillante idea di Faking it: in tutto e per tutto una serie di Mtv (e non fa nulla per nasconderlo) è una comedy di una freschezza invidiabile, colorata e «ggiovane» ma sensibile e matura e con un ritmo indiavolato e un paio di colpi di scena che fanno ben sperare per la seconda stagione. Favolosa l’accoppiata formata da Rita Volk (che, vi butto lì un trivia a caso, è uzbeka) e Katie Stevens, che invece viene da American Idol, ma anche il cast di supporto è ottimo: c’è anche Bailey Buntain, e questo è il momento OT in cui mi struggo perché Bunheads non c’è più.
Seconda stagione: dal 23 settembre 2014
9. Broad City (Comedy Central)
Ci ho messo un po’ a decidermi a scoprire Broad city. Me la sono tenuta da parte, ho rimandato, poi ho rimandato di nuovo, e poi l’ho vista. Meglio tardi che mai: è la sitcom più originale dell’anno, tanto che la definizione gli sta davvero stretta. La sua struttura scombiccherata, anarchica e «stoned» tradisce le sue origini (Abbi Jacobson e Ilana Glazer hanno cominciato su YouTube prima di essere scoperte e prodotte da Amy Poehler) ma Broad City è una ventata d’aria pulita proprio grazie al linguaggio frammentario e densissimo, con dialoghi così ricchi (di battute, citazioni, riferimenti) che sembrano dover esplodere; e se alcuni episodi sono «solo» uno spasso, altri raggiungono livelli di assurdità quasi surrealista: l’odissea di Abbi verso l’ufficio postale di North Brother Island è uno dei pezzi di tv più incredibili della stagione.
Seconda stagione: confermata, probabilmente nel 2015
8. Penny Dreadful (Showtime)
Frankenstein, Dorian Gray, Dracula, tutti mischiati in un secchio: la serie creata (e scritta interamente) da John Logan e ispirata tanto ai libercoli ottocenteschi di genere quanto ai sopracitati classici della letteratura, ora liberi dal copyright, poteva essere un pasticciaccio e ci è andata terribilmente vicina. Invece è una delle più divertenti, curiose, sensuali e terrificanti dell’anno. Forse non è tutta all’altezza dei suoi momenti migliori, ma Penny dreadful è una serie capace di lasciare completamente di sasso anche lo spettatore più sgamato. Spesso e volentieri ci riesce strizzando l’indescrivibile performance di Eva Green, che finalmente ha tutto lo spazio e il tempo per farvi vedere quanto è maledettamente la numero uno.
Seconda stagione: nel corso del 2015
7. The 100 (The CW)
In un articolo recente di Margaret Lyons su Vulture si legge una frase che, dannazione, vorrei aver scritto io: «Disabuse yourself of the concept of guilty pleasures, because that puritanical garbage has got to stop: pleasure’s pleasure». Un concetto che applico con piacere a The 100, serie di The CW snobbata dal 99% dei miei simili perché «roba da ragazzini». Si tratta sì di un prodotto spiccatamente «young adult» ma anche, in realtà, della migliore serie di fantascienza dell’anno in senso assoluto, una sorta di Il signore delle mosche ai tempi di Hunger games filtrato attraverso le dinamiche sentimentali di una soap, dotata di un ritmo strabiliante e un consistenza narrativa quasi stordente (nel pilota succedono cose che normalmente occuperebbero dieci episodi di una serie normale) e un rapporto impietoso con i personaggi e le loro emozioni. Se questa è davvero una roba da ragazzini, forse i ragazzini ne sanno più di noi.
Seconda stagione: dal 23 ottobre
6. You’re the worst (FX)
Forse è un po’ prematuro, visto che per il momento sono stati trasmessi tre episodi su otto della prima stagione e che You’re the worst ha tutto il tempo per rovinarsi. Ma la serie creata da Stephen Falk è stata un colpo di fulmine fin dai primi minuti per come nasconde sotto il cinismo e la cattiveria dei dialoghi il conflitto tra l’assurdità e l’inevitabilità dei sentimenti. Chris Geere e Aya Cash (che già in The wolf of Wall Street rubava la scena a tutti con quattro battute) sono una coppia favolosa. Che fate, state ancora qui a leggere o correte a recuperarla?
Seconda stagione: la serie non è stata ancora rinnovata
5. Masters of sex (Showtime)
Siamo vedendo già la seconda stagione e suona strano parlarne come di una serie «nuova», ma Masters of sex è partita lo scorso settembre. E nonostante sia un oggetto ormai famigliare, la serie di Michelle Ashford resta in qualche modo un enigma: il rapporto tra Bill e Virginia non ha fatto che complicarsi, arrivando persino a prendere (nel meraviglioso «bottle episode» intitolato «Fight») la forma di un incontro di boxe. Non spendo troppe parole per giustificare la posizione così alta di questa serie: chiunque la conosca, sa che non ne ha bisogno. Lizzy Caplan cercava (e meritava) da tempo un ruolo come quello di Virginia Johnson, ma Masters of sex è anche la serie che ha rivelato al mondo la bravura di Caitlin Fitzgerald e noi dobbiamo solo ringraziare.
Seconda stagione: già in onda, si conclude il 28 settembre 2014
4. Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. (ABC)
La prima stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. ha affrontato due avventure parallele: la prima è quella delle storie raccontate dagli episodi (e del modo in cui queste storie si intrecciano ai film del Marvel Cinematic Universe) e la seconda è quella della serie stessa, che nel corso dei mesi ha imparato dai suoi errori affrancandosi, non senza difficoltà, da una partenza tutt’altro che eccellente. È vero, Agents ha fatto molta fatica e ha perso una grossa fetta di spettatori, ma chi la demolisce forse l’ha abbandonata troppo presto. Chi invece ha avuto pazienza e fiducia (quella che i fratelli Whedon si meritavano, dico io) è stato ripagato con gli interessi: dopo una prima metà fatta di alti e bassi (ma con diversi episodi discreti come «FZZT») è a partire dal 13° episodio «TRACKS» e in modo più decisivo dal 17° «Turn, turn, turn» che Agents of S.H.I.E.L.D. è diventata la serie più stupefacente e pazzesca dell’anno e non ha sbagliato più un colpo, con l’aiuto (va detto) dell’incastro con «The winter soldier», giunto ad alzare tantissimo la posta in gioco. E come i molti precedenti insegnano, è dalla seconda che si comincia a fare sul serio.
Seconda stagione: dal 23 settembre 2014
3. True detective (HBO)
Non si diventa l’indiscusso fenomeno televisivo dell’anno senza meritarselo almeno un po’. Gratta gratta, però, la bellezza di questa prima autoconclusiva stagione di True detective ha soprattutto a che fare con un lungo inganno – un’indagine ossessiva che nascondeva l’unico interesse per la costruzione di un’atmosfera e del mondo corposo e oscuro all’interno del quale si muovono, come in apnea, i suoi personaggi. Enormemente ambiziosa e altrettanto compiaciuta nell’ammaliare il pubblico, spesso, girando a vuoto attorno a se stessa, la stagione è stata sviscerata in lungo e in largo e ne abbiamo ricavato una sola certezza: la grandezza della prova di Matthew McConaughey e Woody Harrelson, che hanno trasformato questo cupo, seducente esperimento in un pilastro della tv contemporanea.
Seconda stagione: probabilmente nella prima metà del 2015
2. Brooklyn Nine-Nine (Fox)
Le comedy sono ancora più sottomesse dei drama a un inevitabile meccanismo di adattamento. Tranne rare eccezioni, è difficile intuirne le qualità dai primi episodi: spesso nemmeno gli autori sanno dove andare a parare. Molte delle migliori degli ultimi anni (come Community, New girl e soprattutto Parks and recreation) hanno iniziato zoppicando e poi hanno trovato gradualmente il loro posto nel mondo. Brooklyn Nine-nine è una delle rare eccezioni: una serie comica che funzionava alla perfezione fin dal primo minuto. E che dopo un pugno di episodi (in particolare dal sesto, «Halloween») è diventata eccezionale, senza perdere un briciolo di energia per tutta la stagione. Brooklyn Nine-nine è il frutto di una rara alchimia: il cast è perfetto (impossibile scegliere il preferito), gli autori sono in stato di grazia e la messa in scena è spesso all’altezza dei cugini procedurali «seri». Peccato che Brooklyn Nine-nine non possa godere episodi di 40 minuti come loro: la durata da sitcom è il suo unico difetto.
Seconda stagione: dal 28 settembre 2014
1. Fargo (FX)
Nessuno ci avrebbe scommesso cinquemila lire. E invece la serie ispirata a uno dei più celebrati film americani degli Anni 90, creata da Noah Hawley (anche sceneggiatore di tutti gli episodi) con il beneplacito degli stessi fratelli Coen, è riuscita nel miracolo di non impallidire di fronte a un capolavoro come Fargo. Nei suoi dieci, tesissimi episodi, la prima stagione (anch’essa autoconclusiva: la seconda stagione presenterà personaggi e storie totalmente nuovi) mostra una comprensione sbalorditiva dei temi e delle ossessioni coeniane ma non si limita mai a fornirne una mera appendice né tantomeno si accontenta di essere un «omaggio». Al contrario, espande l’universo narrativo di Fargo con un ardore creativo e un abbagliante splendore visivo che lasciano senza parole. In assoluto l’esperienza televisiva più devastante della stagione, una serie spericolata e sconvolgente. Ed era solo la prima stagione.
Seconda stagione: nell’autunno 2015
Urca, che ritorno! Con una bella classifica di serie come ai bei tempi!
Son qui che mi sfrego le mani, quanta bella roba ho visto seguendo i tuoi consigli!
Leggo tutto e alla fine il mio pensiero è che ti piacciono proprio delle gran brutte serie tv…
Non una critica, eh? Ma io salvo solo Fargo.
Però ho messo in download You’re the worst, perché alla fine fidarsi fa sempre bene.
(Bon, finito l’angolo sticazzi)
Sono indietro di 18 mesi e 473 episodi (a oggi), e già dall’inizio della stagione scorsa avevo deciso di non seguire nessuna nuova serie. Invece poi ho ceduto a Looking, Believe, Silicon Valley, Mom, The Leftovers, Masters of Sex, True Detective, Brooklyn Nine-Nine (e qualche altra non in questa lista: Black Sails, The Goldbergs, Turn, Under the Dome), quasi tutte mollate dopo uno-tre episodi per senso di colpa verso le serie arretrate.
Tutto questo per dire che questa classifica ha peggiorato la mia situazione, in quanto adesso ho aggiunto Married, Broad City e… Fargo (ho sperato fino all’ultimo che fosse una delusione).
Corposa e appagante, Fargo. Brooklyn 99 negli ultimi episodi è un meccanismo perfetto e pieno di citazioni stilistiche di altre serie più “serie”, dopo ogni episodio parlo per qualche ora come Braughner, te lo ricordi in Man of a certain age? Beh, tanta roba amico. Quindi, grazie!
(pacca sulla spalla)
Ma wow, sei ripartito e manco me ne sono accorto!!!
Che bello!!!
D’accordissimo su Fargo, True Detective, Marverl AoS, mi accingo a recuperare You’re the worst. per tutto il bene che ne state dicendo in giro.
Pero’ tra le (mini)serie dell’estate il podio per me spetta ASSOLUTAMENTE alla produzione BBC The Honourable Woman, con una Maggie Gyllenhaal da applausi e Stephen Rea sornione come non mai, i suoi duetti con il capo dell’MI6 Janet Mc Teer sono semplicemente ad standing ovation….
Pero’
Ho visto (ed approvo) Fargo ***, True detective ***, The leftovers ***, ma spezzo una lancia in favore di “Halt and Catch Fire” e Rectify….1 e 2 stagione
hai dimenticato the orange is the new black e the blacklist!!!super serie…non dite?
dove cavolo è la serie migliore di questo 2014??? dove sta Halt and catch fire??? *____* sacrilegio !!p.s poi sleepy hollow è secondo me una mezza schifezza di una noia mortale…meglio Elix altra serie non citata…
A me sta piacendo molto The Bridge
A Fargo non gli avrei dato un mezzo euro, invece è una figata continua, fino all’ultimo titolo di coda.
True Detective per me è la migliore dell’anno. Sarà banale, sarà come dice kekkoz che alla fine è tutta una scusa per costruire un mood, però dopo qualche puntata quel mood te lo senti nelle ossa. E loro due, cazzarola.
Brooklyn Nine-Nine, concordo con te perfino sul numero dell’episodio in cui cambia marcia, passando dalla seconda alla quinta.
Agents of Shield… Ecco, qui me so’ cascati i cojoni fin dai primi episodi. Anzi, dal primo. Poi ho fatto il secondo. A metà del terzo ho accannato del tutto. Ci riproverò, ma non ne sono del tutto convinto.
Qualcun altra della tua lista sto finendo di scaricarla (io preferisco vederle tutte insieme), come The Strain e Penny Dreadful (ci sono arrivato un po’ in ritardo).
Le altre manco sapevo che esistessero.
In questo periodo mi sono visto un po’ di roba vecchia, probabilmente ne avrete parlato da qualche parte, ma chi si ricorda. La prima è stata Secret State, miniserie britannica con Gabriel Byrne nel ruolo di un politico che si trova ad essere primo ministro, in balia di minacce di guerra, lobby e strane congiunzioni astrali. Non male, ma un po’ irrisolta.
Poi ho visto Broadchurch, piccolo paesino, un ragazzino scompare e viene trovato morto (non spoilero, accade tutto nella prima di otto puntate), la polizia (poliziotta locale più tizio arrivato da fuori, ognuno con i sui mostri personali) indaga. La serie non sarebbe autoconclusiva, però nella prima stagione la trama in sostanza viene risolta, nella seconda non ho idea di cosa accada (la devono ancora gira’, me pare).
La migliore però è stata Southcliffe, anche questa miniserie 4 puntate autoconclusiva, un tizio prende e ammazza un po’ di gente in un piccolo paesino costiero (tutta ‘sta cazzo d’umidità poi dice che nu’ je fa’ male), anche qui non sto spoilerando perché questo spara prima dei titoli di testa. Seguiamo il dramma di alcune persone coinvolte nella strage con un montaggio alternato piuttosto valido, non in senso ritmico ma senz’altro narrativo. Il senso di dolore che arreca è quasi tangibile, non c’è colonna sonora che aiuti un po’, solo lacrime e dolore e sofferenza. Daje.
Ho visto con un po’ di ritardo la prima stagione di The Americans, sto passando ora alla seconda. Ambientata negli anni ’80, ah, signora mia, gli anni ’80, quanto futuro credevo di avere in qui giorni di Levi’s 501, cinte con le borchie, paninari, truzzi, le tette di Drive-In, vabe’, dicevo, anni ’80, America, due russi che fanno le spie nel pieno della fase finale della guerra fredda.
Non è partita col botto, ma si è conquistata piano piano il suo spazio, in costante crescita.
Vabe’, ciao, grazie di tutto a tutti. Baci.
Approvo quasi tutto ma non si puó mettere al primo posto serie meditate e d’autore come Fargo o True Detective ed al 7o una boiata pazzesca come The 100
“…nel pilota succedono cose che normalmente occuperebbero dieci episodi di una serie normale” ..APPUNTO…….
come fa a mancare peaky blinders?
io la metto al pari con truee detective al primo posto, poi fate voi.